Dopo la conclusione dei lavori e l’apertura della Chiesa e dei locali pastorali, avvenuta il 31 marzo 2020, il 13 novembre u.s. è stato siglato il rogito notarile con il quale si è sancito il passaggio di proprietà della chiesa e dei locali pastorali dal Comune di Olbia alla Parrocchia di San Ponziano, retta dai Salesiani da 4 anni. È l’atto finale e conclusivo di un lungo iter durato circa 5 anni.
La conclusione dell’iter suggella un complesso percorso che ha visto la Diocesi e il Comune di Olbia convergere sul progetto di acquisizione del locale di culto e delle relative pertinenze pastorali e abitative a favore della Parrocchia, in cambio dei lavori di ristrutturazione della rimanente parte dell’ampio complesso che rimarrà al Comune, con fondi recuperati dalla Diocesi.
L’intero complesso comprendente chiesa e intero fabbricato, originariamente destinato a casa di risposo, ma mai usato e in condizioni di abbandono, grazie all’accordo tra Diocesi e Comune siglato nel maggio del 2016 e a un finanziamento straordinario della CEI si è potuto ristrutturare l’intero complesso. La parte che passa alla Parrocchia comprende la chiesa con ampio sagrato sulla facciata e spazi sportivi sul retro, oltre a circa la metà del fabbricato che comprende l’alloggio per i sacerdoti, il salone parrocchiale, aule catechistiche e per altre attività formative. L’altra metà sarà utilizzata da Comune per insediarvi tutti gli Uffici dei Servizi Sociali. Non solo, i Salesiani, che erano titolari di un comodato d’uso per 49 anni dell’intero fabbricato, conserveranno per la stessa durata di 49 anni la parte dell’edificio una volta destinata a scuole professionali. Su questi locali è in corso lo studio di un progetto per iniziative formative di grandissimo interesse e impatto sociale. La definizione anche giuridica delle rispettive proprietà, consente alla comunità parrocchiale ampia disponibilità di spazi e nuovo slancio nell’animazione pastorale della giovane comunità e dell’intero quartiere di Poltu Quadu. Ma il nuovo complesso parrocchiale va ben al di là del solo ambito ecclesiale. Esso rappresenta anche un patrimonio socio-culturale di cui il quartier e l’intera Città di Olbia beneficeranno, in termini di qualificazione urbana ed umana.