Nuova Enciclica del Papa: “Fratelli tutti”

4 Ottobre 2020

Nel giorno della Festa di San Francesco d’Assisi, accogliamo con vivo interesse e gratitudine la nuova enciclica di Papa Francesco, che porta il titolo “Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale”. È la terza enciclica di questo pontificato, dopo la Lumen fidei (2013) e la Laudato si’ (2015). Ancor prima di leggerlo, questo documento di alto valore magisteriale – qual è l’enciclica – ci parla con i segni voluti da Papa nel firmarla e consegnarla alla Chiesa universale e al mondo intero. Francesco, ormai abbiamo imparato a conoscerlo, ci parla non solo con la parola ma anche con i gesti. Sulla linea della scelta del nome “Francesco”, tutto ciò che fa e dice è intriso della spiritualità del Poverello di Assisi. È una pagina di Dottrina sociale, che fa seguito alla Laudato sì’, di rara efficacia ed attualità. Noi vescovi l’abbiamo avuta in anticipo, con un biglietto personale del Santo Padre. Già da una prima lettura veloce si coglie la sapienza evangelica nella sua capacità di leggere, interpretare e indirizzare l’attualità storica, con le sue luci e le sue ombre, verso un futuro di pace, fraternità e amicizia, dove gli individui e le società riscoprano la via maestra del dialogo e della pace sociale.

Titolo e apertura dell’enciclica si rifanno a un testo di San Francesco rivolto ai suoi frati: “Guardiamo, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce” (Ammonizioni, 6, 1. FF 155). Quando apparve sul loggiato di San Pietro la sera della sua elezione al sommo pontificato, si rivolse alla Chiesa e al mondo, con questa parola: “fratelli e sorelle”. Si può dire che alla scuola del Vangelo e del Santo di cui porta il nome, il tema della fratellanza e della fratellanza universale sia stata la sua luce guida. La fratellanza e l’amicizia sociale, tra le persone e tra i popoli è il motivo
dominante del suo pontificato. E proprio lì, sulla tomba di San Francesco, nella basilica inferiore di Assisi, ha apportato la sua firma all’enciclica e ce l’ha consegnata. Nell’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit Francesco disse che il poverello di Assisi “è il santo della fraternità universale, il fratello di tutti, che lodava il Signore per le sue creature”. San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi”.

Nella Lettera Enciclica non manca nemmeno un accenno alla pandemia da coronavirus. “Il colpo duro e inaspettato di questa pandemia fuori controllo – leggiamo – ha obbligato per forza a pensare agli esseri umani, a tutti, più che al beneficio di alcuni… ci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare distrazione, chiusura e solitudine; ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternità. Abbiamo cercato il risultato rapido e sicuro e ci troviamo oppressi dall’impazienza e dall’ansia. Prigionieri della virtualità, abbiamo perso il gusto e il sapore della realtà”.

Queste poche righe vogliono essere un caldo invito a sacerdoti, diaconi, persone consacrate e laici cristiani a nutrirsi interiormente di questa parola che il Papa ci consegna. Siamo chiamati tutti, nei prossimi mesi, a fare della lettera enciclica oggetto costante della predicazione e della catechesi. Per facilitare ciò, come già fatta con la mia ultima Lettera Pastorale, La Diocesi farà omaggio a tutte le parrocchie di un cospicuo numero di Lettere da distribuire tra i fedeli.

+ Sebastiano Sanguinetti, vescovo

Lettera Enciclica “Fratelli tutti”